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Kailash ha ripreso a dormire lungo l'interminabile tratta ferroviaria da Ujayin a Jhansi, la pioggia ha ripreso a scendere sulla Ruthyar Jn., ed io ho ripreso a scrivere durante la sosta in stazione. Ieri pomeriggiio gli intagli in pietra dell'albero della vita che vibravano di luce nelle jali della Sidi Saiya' s Mosque, nella loro apparizione gloriosa mi sino parsi giustificare da soli un'escursione nel Gujarat, talmente lo splendore che l'albero della vita diramava, esaltava lo sguardo nella trascendenza che ne traluceva. La sera era già imminente, in precedenza non avevamo trovato il tempo che per visitare la moschea di Ahmed Shah, il suo cenotafio e quello ammalorato della consorte, in cui ci aveva trattenuto lo scrosciare di una pioggia improvvisa. Linizio delle nostre peripezie in Ahmedabad per moschee e mausolei era stato attardato e appesantito dalla mia decisione di consentire a Kailash di sperimentare la cucina gujarati nei migliori ristoranti possibili, per porre riparo al torto che in Baroda gli avevo recato. Per ore in Champaner avevo assecondato e condiviso la mia indagine degli elementi induisti che vi erano stati islamizzati nello stile provinciale gujarati che avrei ritrovato in Ahmedabad, trame di jali, sporti di jaroka, e di balconi inclinati, le serie di ediciole templari rilevate nelle colonne dei minareti, doipo di che si era messo al passo del mio perdermi con l' unico turista occidentale che vi era presente, il giovane archgitetto portoghese che da Mumbay aveva nostalgicamente ripercorso le modulazioni e le accendenze dello stile indo-lusitano. Lo ispirava uno struggimento profondo per la libertà che nella sua giovinezza gli era stata negata e che aveva rinvenuto negli stili architettonici indiani, così aperti alle influenze atmosferiche , di luce, aria , mitezza dei climi, nei bambini che aveva visto seguitare a giocare a cricket sotto la pioggia. Non era valso rammentargli che Ajay era rimasto infettato da quell'acqua, quando si era abbandonato allo scrosciare dei monsoni sulla terrazza della sua casa, che con il cortile ne era l unico vano di luce.ù Così divagando per i campi di Champaner sino a un' ulteriore moschea, la sera era calata, e poi la pioggia a dirotto, sul nostro comune rientro fino a baroda, sul prosieguo ulteriore di me e Kailash per Ahmedabad. Mentre sul far del rientro stentavo sempre più a camminare, Kailash non aveva sollevato riserve o resistenze alle mie periupezie, si era dato da fare per tre per assicurare a entrambi e al nostro compagno di viaggio un posto a sedere su uno degli autobus che da una città vicina erano presi d'assalto per Baroda, ma una volta giuntivi, e lasciato al suo destino il giovane architetto, era con la determinazione risoluta di chi vuole porre chi è al proprio seguito di fronte alla irrealizzabilità del proprio capriccio, che mi adattavo alla richiesta di Kailash di cenare in un ristorante di cucina gujarati, condiscendevo al suo rifiuto della locanda in cui si serviva solo cucina dell'India del Sud, di un altro locale senza menù e bibite fredde, e benchè fosse oramai prossima l ora della chiusura, le venitre, mi piegavo a raggiungere in tuctuc il più vicino locale che era segnalato sulla guida. Non bastava, come vi mettevamo piede avevo modo di fare una scena madre che lo deprimeva, perchè di gujarati vi era solo la messinscena in costume degli inservienti e la disponibilità nel menù solo dell'ennesimo thali, che mi rassegnavo a consumare solo per la scadenza dei termini ultimi possibili per mettersi in Baroda del cibo sotto i denti. Si era così miserevolmente replicato il diverbio che aveva freddato la consumazione della cena anche la sera precedente, quando mi sono contrariato di essere stato soltanto al suo seguito , da Modhera sino al tavolo del ristorante, per i modo in cui mi aveva tagliato fuori da ogni decisione da lui intrapresa, senza volermi chiarire i termini di ogni indicazione utile ricevuta in hindi. Così, ieri mattina, quando dopo le undici finalmente abbiamo lasciato l hotel, al mio amico ho premesso che avrei fatto di tutto per porre riparo alla mia prevaricazione, anticipando un pranzo di cibi gujarati alla visita di moschee, cenotafi, baoli. Ho indirizzato la corsa del tuctuc verso il ristorante che ci era stato consigliato alla reception e nel locale dove avevamo cenato due sere prima, il Pakwan, in tutt'altra parte della città, oltre il fiume che la separa in due. Attendevamo l'ora di apertura, e ci ritrovavamo condannati alla medesima sorte riservataci all ora di chiusura del ristorante di Baroda, di gujarati nel menù, quale unica voce, figurava solo il thali. Lungo la stessa arteria stradale secondo la guida figurava un'altra Dining Hall, dove ci erano ripromesse infinite squisitezze gujarati. Di squisitamente gujarati, al di là dell ingresso, ritrovavamo l'accoglienza e il thali imbandito in tavola. Così, a riparazione della mia protervia odiosa, promettevo a Kailash anche la cena gujarati. Per questo lasciavamo la Sidi Saiyad Mosque solo per visitare il baoli più illustre, e non mi dilungavo più di tanto nel discendervi all interno, ad ammirare le finezze palatine delle gallerie, che negli stessi bancali/ davanzali reclini, erano simili in tutto a quelle che sopraelevavanoi le cupole nelle campate centrali delle moschee di Champaner e di Ahmedabad. Volevo offrirgli il ristorante più magnifico, nella più magnifica delle dimore signorili di Ahmedabad, ma il timore che non bastassero per il rientro quelle che sarebbero sopravvissute alla cena, ci inibiva l'accesso a quello di gran lusso all' ultimo piano, e ci trattenevamo nel Green Thea di gran classe al piano terra, dove potevamo gustare le più raffinate sublimazioni nella delicatezza del gustio dei piatti popolari gujarati.
Diu squisitamente gujarati, al di là dell ingresso,
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